"De florum cultura" in mostra alla Galleria BPER a Modena fino al 30 giugno
Dopo A curious herbal di Elizabeth Blackwell in mostra a Parma nei mesi scorsi, un altro volume appartenente al fondo antico della Biblioteca dellOrto botanico dellUniversità di Modena e Reggio Emilia sarà visibile per alcune settimane in un contesto espositivo.
Si tratta di De florum cultura opera di Giovanni Battista Ferrari stampata a Roma nel 1633 e inserita allinterno del percorso della mostra Lincanto del vero. Frammenti di quotidiano nella natura morta tra Sei e Settecento" a cura di Lucia Peruzzi, visitabile fino al 30 giugno presso la Galleria BPER Banca a Modena.
Filo conduttore della mostra è il genere artistico della natura morta e le sue trasformazioni tra Sei e Settecento che vedono il semplice oggetto assumere significati diversi a seconda del contesto storico e sociale di inserimento. Raffigurazioni floreali, interni delle dispense e tavole imbandite dove lo studio del vero cala loggetto inanimato e domestico in una dimensione che gli conferisce un valore simbolico sono i temi dei dipinti esposti appartenenti al nucleo emiliano della Collezione BPER Banca e a raccolte private e pubbliche, a cui si aggiungono documenti darchivio contenenti ricette e menù dellepoca.
De florum cultura nasce dalla grande passione per la botanica del gesuita Giovanni Battista Ferrari, teologo e insegnante di grammatica e ebraico a Roma, vicino alla cerchia del cardinale Francesco Barberini patrocinatore delledizione. Dedicata ai temi della coltivazione dei fiori e allanalisi delle piante che arricchiscono i giardini del cardinale Barberini, lopera costituisce una fonte fondamentale per la conoscenza dellorticoltura della prima metà del Seicento.
Il volume è un connubio tra erudizione e pratica, espresso anche nelle 46 bellissime tavole calcografiche raffiguranti colte allegorie, progetti di giardini, strumenti di lavoro e fiori esotici introdotti da paesi lontani, per la cui realizzazione vennero incaricati, grazie alle sovvenzioni del cardinale, alcuni dei più importanti pittori dellepoca tra cui Guido Reni, Pietro da Cortona, Giovanni Lanfranco, Andrea Sacchi e Mario dei Fiori e incisori, quali Claude Mellan e Federico Greuter. In evidenza nella mostra lincisione realizzata da questultimo su disegno di Guido Reni: Nettuno nellatto di ricevere dalla Nuova India, rappresentata con un copricapo di piume, un vaso contenente semi per farne dono alla famiglia Barberini a cui alludono limmagine delle tre api e il motto TRIA POTIORA sul carro alle spalle di Nettuno.
Liconografia verrà ripresa pochi anni più tardi da Giovanni Andrea Sirani, lallievo più fedele del maestro bolognese, nella bellissima tela della raccolta BPER Banca esposta in mostra La Terra dona a Nettuno i bulbi di tulipano (1635 circa), dove la scena è speculare rispetto alla tavola e presenta alcune variazioni, come la personificazione dellIndia sostituita da quella della Terra e il vaso che diventa un cestino pieno di bulbi di tulipano. Lopera a stampa e il dipinto ben rappresentano lentusiasmo per la floricoltura che caratterizzò lEuropa del Seicento, quando numerose piante, fino ad allora sconosciute, arrivarono dallOriente e dal Nuovo Mondo. Il tulipano, in particolare, divenne il protagonista dei giardini più preziosi tanto da rendere i bulbi merce di lusso, oggetto di una vera e propria speculazione.
Lincanto del vero. Frammenti di quotidiano nella natura morta tra Sei e Settecento
Modena, Galleria BPER Banca
via Scudari 9
05.04 - 30.06 2024
venerᴅɪ̀ - ᴅᴏᴍᴇɴɪᴄᴀ 10-18 / ɪɴɢʀᴇssᴏ libero e ɢʀᴀᴛᴜɪᴛᴏ
[Ultimo aggiornamento: 30/04/2024 13:32:25]