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Parole e suggestioni... il piacere della lettura "in vacanza"

 

Suggerimenti di Francesca Rozzi

 

La porta / Magda Szabó, Einaudi, 2014

“Quando l’umanità andrà a spasso tra le stelle, nessuno ricorderà più quel pianeta lontano, quel barbaro asilo infantile dove abbiamo combattuto così tante misere battaglie, pubbliche e private, per conquistare una tazza di cioccolata, ma anche allora sarà impossibile accomodare il destino degli essere umani che non trovano posto nella vita degli altri”. 
Sulla porta della casa di Emerenc Szeredás, sull’impossibilità di aprirla e varcarla, si concentra l’intero romanzo che Magda Szabó, importante scrittrice ungherese del Ventesimo secolo, pubblicò nel 1987. Il tutto ha inizio dal racconto della narratrice di un sogno ricorrente, legato alla morte di Emerenc, la donna delle pulizie con la quale la protagonista per vent’anni ha intessuto un rapporto intimo ma complesso, fatto di scontri ma anche di profonda complicità. Il ripercorrere le tappe di questa relazione permette all’autrice di ricomporre le tessere del mosaico della vita di Emerenc, ma anche di raccontare la storia del proprio paese dagli anni Sessanta. E così le vita delle due donne si intrecciano con il regime sostenuto dai sovietici, ma il ricordo arretra anche alla realtà della guerra, del nazismo, della persecuzione degli ebrei, fino ad arrivare all’infanzia di Emerenc. Piano piano scopriamo i misteri della vita di questa donna che non si piega alla fatica, ma, con il suo fazzoletto in testa lavora forsennatamente, soccorre chiunque abbia bisogno, diventando una vera personalità di Budapest. La Szabó le rende omaggio raccontandone la rigida morale e l’incredibile coraggio. Un libro complesso, dalla prosa elegante, destinato a diventare un classico.


Il libro dell’estate, Tove Jansson, Iperborea, 2002

Tove Jansson è stata una scrittrice finlandese nota in tutto il mondo per i suoi libri per l’infanzia. A partire dagli anni Settanta iniziò a scrivere anche per gli adulti, fra i suoi scritti, “Il libro dell’estate” appartiene proprio a questa produzione. Si tratta di piccoli episodi, brevi racconti, che hanno come sfondo l’estate e come protagoniste una bambina di nome Sofia e la sua nonna. Ogni evento narrato: un tuffo di prima mattina nelle acque del mare, una passeggiata nel bosco, un chiaro di luna, ci restituiscono una natura incontaminata quale può essere una piccola isola abitata dell’arcipelago finlandese, e la profondità indissolubile di un rapporto, quello fra nonna e nipote. Un duo fatto di ossimori, fra chi è all’inizio del proprio cammino e chi si sta avvicinando al tramonto, fra chi si accinge a scoprire la vita, e chi la vita l’ha compresa e desidera infondere saggezza e ricordo. Un libro semplice, delicato che con tocco leggero restituisce la complessità del vivere e le sfumature dell’animo umano.


La signora Dalloway, Virginia Woolf, Einaudi, 2014

È il 13 giugno del 1923. Clarissa Dalloway passeggia per le vie di Londra intenta a scegliere i fiori per la festa che sta organizzando per la sera. Da signora appartenente all’alta borghesia londinese quale lei è, ci si aspetterebbe un incedere sicuro ed un fare elegante. Clarissa Dalloway è invece sommessamente persa nei suoi pensieri. Ricordi intrisi di nostalgia, paura della solitudine, della morte, ma anche della vita stessa. Insieme a lei, quello stesso giorno passeggia per le vie di Londra, affiancato dalla moglie, Septimus, un reduce della prima guerra mondiale che, proprio a causa dell’esperienza bellica, soffre di disturbi psichici. Clarissa e Septimus non arriveranno mai ad incontrarsi direttamente, ma lo scandirsi della loro giornata avviene al ritmo di una danza che porterà i due protagonisti ad entrare in contatto con le angosce più intime delle loro anime.
Nel rileggere questo classico della letteratura inglese sorprende la forza contemporanea di Virginia Woolf. Un romanzo sulla realtà dell’individuo, sulla perdita della giovinezza, sulla morte, sul destino degli essere umani inermi di fronte alle correnti della gioia e del dolore.


 

Suggerimenti di Nicoletta Ferretti

 

Canto della pianura, Kent Haruf, NN Editori, 2017

Holt è una piccola e anonima città del Colorado, una di quelle cittadine americane che dimentichi subito dopo averla attraversata. Intorno è tutta pianura, campi coltivati, allevamenti di bestiame e la vita scorre senza particolari cambiamenti per la maggior parte dei suoi abitanti. Di alcuni di loro ci viene raccontata la storia come, per esempio, quella di Victoria Roubideaux, giovane e introversa studentessa che a sedici anni scopre di essere incinta e viene cacciata di casa dalla madre. Ma anche quella di Tom Guthrie, insegnante di storia americana nel liceo della città, che ad un certo punto si trova a dover crescere i due figli da solo perchè la moglie, travolta da una grave forma di depressione, non si vuole più alzare dal letto. E quella degli originali fratelli McPherson, allevatori da sempre che dedicano anima e corpo al loro bestiame. Vivono isolati da molti anni (da quando entrambi i genitori sono morti) e sono affiatatissimi, tanto da avere le stesse reazioni, formulare gli stessi pensieri, provare le stesse emozioni. Attraverso l’intreccio di queste (e di altre) storie prende forma questo delicato e sorprendente romanzo. Lo stile è diretto e le descrizioni (sia degli avvenimenti che delle persone) sono fatte con parole misurate, giuste pause ed efficaci silenzi. Tutto è in equilibrio e il risultato è un racconto toccante, umano e poetico al tempo stesso.


 

Luce d’estate ed è subito notte, Jon Kalman Stefansson, Iperborea, 2013

In un piccolissimo paese islandese, Solrun, composto da qualche decina di case, la Latteria sociale, il Macello e la Cooperativa, il giovane e intraprendente direttore del Maglificio (unica azienda del posto) da un certo momento in poi incomincia a sognare in latino. Essendo un uomo volitivo e pieno di iniziativa (a soli trent’anni aveva già ottenuto molto dalla vita: una carriera, una bella moglie, un figlio, una bella casa, una Range Rover) mal sopporta di non capire quelle strane parole. Decide così di recarsi nella capitale per poter frequentare un corso intensivo di latino di due mesi, per fare poi ritornare a casa completamente trasformato. Attraverso la storia dell’Astronomo (così viene ribattezzato dai suoi compaesani) e di altri personaggi più o meno di spicco del paese, l’Autore affronta in modo ironico, ma mai banale, le grandi domande che da sempre attanagliano l’umanità (prima fra tutte quella sul “Senso della vita”) essendo perfettamente consapevole che non è facile trovare risposte adeguate. Affida quindi le sue riflessioni, idee, errori di valutazione agli abitanti di Solrun, che diventano l’espressione della nostra fatica di vivere.


Un incantevole aprile, Elizabeth von Arnim, Fazi Editore, 2017

Marzo si sa è un mese piovoso e a Londra lo è ancora di più. Oppressa da un inverno interminabile (ma non solo) e da una primavera che non accenna ad arrivare Mrs Wilkins rimane letteralmente folgorata quando legge questo annuncio: “Per gli estimatori dei glicini e del sole. Piccolo castello medioevale italiano sul mediterraneo affittasi ammobiliato per il mese di aprile. Servitù essenziale inclusa. Z.C.P. 1000, - The Time – “. Decisa a non farsi scappare l’occasione e sostenuta da un’intraprendenza di cui non si credeva capace, Mrs Wilkins riesce a coinvolgere in questa avventura altre tre signore mai conosciute prima: Mrs Arbuthnot dedita alla beneficenza e molto religiosa ma intrappolata in un matrimonio infelice; Mrs Fisher un’anziana signora sola, piuttosto supponente, che vive ormai solo di ricordi; Lady Caroline, ricca e insoddisfatta ereditiera, “esasperata” dalla sua straordinaria bellezza e decisa a scappare dai troppi ammiratori. La sola cosa che accomuna le quattro donne è il desiderio di lasciarsi alle spalle, almeno per un mese, la vita di tutti i giorni e di abbandonarsi alla magia del sole e del mare, con la segreta speranza che questo possa dare una svolta ai loro destini. 

[Ultimo aggiornamento: 26/07/2017 13:55:13]