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Parole e suggestioni... il piacere della lettura [Un albero cresce a Brooklyn / Betty Smith, Neri Pozza, 2008]

Un albero cresce a Brooklyn, Betty Smith, Neri Pozza 2008

È a New York, a Brooklyn, che all’inizio del Novecento Katie Rommely e Johnny Nolan si incontrano e  si innamorano. Lei ha diciassette anni e lui diciannove, entrambi di umili origini, figlia di immigrati austriaci Katie, e di irlandesi Johnny. Il primo anno del loro matrimonio si nutre della gioia dell’essere giovani e appassionati, ma con la nascita dei figli Francie e Neeley, la bellezza dei loro sogni deve arrendersi di fronte alla realtà e alla durezza del vivere. In una società che si rivela incapace di far fronte ai bisogni delle categorie più deboli, Katie si forgia in invisibile acciaio e, grazie ad un feroce desiderio di sopravvivere, si trasforma in una lottatrice. Non la seguirà in questa metamorfosi Johnny, che, fra vaghi desideri di immortalità, si rivela un debole sognatore.

Se Katie e Johnny vivono nell’incapacità di emanciparsi dai quartieri degradati, la figlia Francie, grazie alla passione per la lettura e lo studio, e ad un innato senso critico, vive per raggiungere il suo riscatto, il suo desiderio di affermazione personale e professionale.
È attraverso il suo sguardo, prima di bambina, e di donna in seguito, che la toccante storia della famiglia Nolan viene narrata.

Betty Smith, pseudonimo di Sophina Elisabeth Wehner, pubblica “Un albero cresce a Brooklyn” nel 1943. Il grande successo che il libro riscontrò nel pubblico, lo fece annoverare ben presto tra i classici della letteratura americana e, ancora oggi, risulta essere un testo obbligatorio nella maggior parte delle scuole degli Stati Uniti.
Con una scrittura capace di essere allo stesso tempo classica e moderna, e con un registro sentimentale ma mai patetico, l’autrice racconta di una Brooklyn di inizio secolo da scoprire e da amare nonostante le condizioni di vita di chi la popolava. È proprio lo sguardo sul mondo di Francie che dona significato al vivere. Ed è questo il motivo per cui il romanzo è stato ed è tanto amato: ha la rara capacità di offrire risposte a chi cerca il senso della vita.

“Che diceva sempre nonna Rommely? Che bisogna sempre guardare le cose come se si vedessero per la prima o per l’ultima volta e che questo era il solo modo di passare gloriosamente il tempo su questa terra”.

 

Recensione di Francesca Rozzi

 

[Ultimo aggiornamento: 09/05/2016 12:03:31]