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Parole e suggestioni... il piacere della lettura [Mi sa che fuori è primavera / Concita De Gregorio, Feltrinelli, 2015]

Mi sa che fuori è primavera, Concita De Gregorio, Feltrinelli 2015

“Dimenticare, ricordare. Etimo, radice: mente, cuore. Se dimentichi allontani dalla mente. Se ricordi riporti al cuore”.

Irina Lucidi non può e non vuole dimenticare la grande tragedia che ha devastato la sua vita.
Ma il dolore da solo non uccide e dunque Irina deve vivere. Perché finché lei è in vita ci sarà il ricordo di chi non è più con lei.

I fatti di cronaca che l’hanno colpita sono semplici, terribili e noti. Una domenica di gennaio del 2011, il marito di Irina, Mathias, va a prendere le loro figlie, due gemelline di sei anni, Alessia e Livia, a casa dei vicini dove le aveva lasciate a giocare. Al tempo, Irina e Mathias erano separati, e per quel fine settimana le bambine stavano con lui. Più o meno all’una si è affacciato al giardino dei vicini, dove le aveva mandate a giocare, e le ha chiamate. Alessia e Livia sono corse da lui. Da quel momento sono scomparse. Lui è partito in auto, verso le quattro di quello stesso giorno. Loro erano con lui? Non c’erano? Non si sa. Mathias ha fatto un lungo viaggio da Saint- Simon, attraverso la Francia, e poi la Corsica, via nave a Cerignola, in Puglia. Ha posteggiato la macchina, è andato in stazione, si è messo sui binari e ha aspettato il treno. Si è lasciato travolgere. Si è ucciso così. In quei giorni di viaggio ha scritto alla moglie: “Le bambine non hanno sofferto, non le vedrai mai più”. Di Alessia e Livia non si è trovata mai nessuna traccia.

Concita De Gregorio raccoglie la testimonianza di Irina e, dai ricordi e dalle parole della donna, crea un’opera molto delicata, capace di indagare non solo gli eventi di cronaca, ma anche le profonde sfaccettature dei sentimenti che abitano l’animo umano come paura, rabbia, dolore, amore.
È una ricostruzione dei fatti molto affascinante, che porta lontano, fino ad indagare se possa esistere, al principio di una storia familiare, una colpa atavica, un peccato originale, capace di rovesciare sugli ignari discendenti lutti e disgrazie.

Irina è una donna forte, dimenticare è impossibile, ma vivere si deve perché la natura ha deciso così: il dolore da solo non uccide. Irina vive nel ricordo delle bambine e ricomincia ad amare: fuori è primavera.

Recensione di Francesca Rozzi

 

[Ultimo aggiornamento: 11/04/2016 10:26:12]